Per Anna la nonna Anna era “la mia nonna del finocchietto”, semplicemente Monna.
Anna giovane sarebbe dovuta nascere maschio, come diceva la mamma. Testarda e curiosa, guardava dalla terrazza del paese Salerno e la Costiera Amalfitana. Dove sarebbe voluta andare. E ci va nel 1930, a soli 17 anni, perché il padre viene assunto come fattore dalla famiglia Carrara dei vasti possedimenti che da Pastena arrivavano fino al mare. Con tanti alberi di limoni, l’orto, la vigna. Qui resta fino al 1938, anno in cui il parco viene ridotto per consentire lo sviluppo urbano di Salerno. Si trasferisce al centro di Salerno, a Largo Campo, a 25 anni.
Bella, bellissima fa girare la testa a tutti i ragazzi di Salerno. Ma lei non dimentica le sue origini e ogni anno festeggia il suo compleanno a Castiglione del Genovesi, raccoglie il finocchietto selvatico insieme alla mamma e prepara il liquore nella casa di famiglia.
L’estate del 1941 è una strana estate. L’Italia è in guerra e lei non aveva mai amato quelle divise con la gonna lunga nera e la camicia bianca di piqué che rendeva tutte uguali. Raccoglie il finocchietto e per la prima volta fa il liquore in casa a Salerno a 28 anni. Il padre è già partito per la guerra e Anna, per tutti Monna come lei chiamava Nonna Anna è sola con la madre.