Monna Anna

la storia Esagerata del Finocchietto

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Anna Bottigliero nasce ad agosto del 1913 a Castiglione del Genovesi quando c’è la raccolta del finocchietto selvatico sul Monte Monna. 

Gioca correndo con i bambini tra i Pestelli di legno che segnavano i confini tra terre private e terre comunali. La nonna, Anna come lei, le diceva che il terreno più importante era sul Monte Monna dove raccoglieva il finocchietto selvatico proprio come faceva la sua mamma e ancora prima la nonna fino a perdersi nella notte dei tempi.

Per Anna la nonna Anna era “la mia nonna del finocchietto”, semplicemente Monna.  

Anna giovane sarebbe dovuta nascere maschio, come diceva la mamma. Testarda e curiosa, guardava dalla terrazza del paese Salerno e la Costiera Amalfitana. Dove sarebbe voluta andare. E ci va nel 1930, a soli 17 anni, perché il padre viene assunto come fattore dalla famiglia Carrara dei vasti possedimenti che da Pastena arrivavano fino al mare. Con tanti alberi di limoni, l’orto, la vigna. Qui resta fino al 1938, anno in cui il parco viene ridotto per consentire lo sviluppo urbano di Salerno. Si trasferisce al centro di Salerno, a Largo Campo, a 25 anni.

Bella, bellissima fa girare la testa a tutti i ragazzi di Salerno. Ma lei non dimentica le sue origini e ogni anno festeggia il suo compleanno a Castiglione del Genovesi, raccoglie il finocchietto selvatico insieme alla mamma e prepara il liquore nella casa di famiglia.  

L’estate del 1941 è una strana estate. L’Italia è in guerra e lei non aveva mai amato quelle divise con la gonna lunga nera e la camicia bianca di piqué che rendeva tutte uguali. Raccoglie il finocchietto e per la prima volta fa il liquore in casa a Salerno a 28 anni. Il padre è già partito per la guerra e Anna, per tutti Monna come lei chiamava Nonna Anna è sola con la madre.

Monna vuole dare una mano alla madre. Non si è sposata ed è in quella età in cui buona parte delle donne sono già sposate. Vuole vendere le bottiglie di finocchietto, ma non è il momento migliore. Per questo propone il suo finocchietto come liquore curativo dell’anima più che del corpo. Il finocchietto piace e fa breccia tra le gentildonne di Salerno. Anna va in giro per la città nei palazzi nobiliari con i soffitti altissimi. Le piace girare per i vicoli del centro dal Duomo fino al nuovo Palazzo della Prefettura in via di ultimazione. La città sta crescendo e lei con essa. Porta sempre con sé in un sacchetto verde una bottiglia del suo Finocchietto. Pronta a decantarne le virtù, a spiegare da dove arriva quell’erba miracolosa che rinfranca corpo e spirito.  

Bella, sempre più bella, la corteggiano in tanti notabili che non sono partiti per la guerra. Le mogli la accolgono nelle case per avere quel finocchietto che si dice riesca a svegliare i sensi più sopiti. E i mariti sono contenti di lanciare qualche sguardo languido al suo indirizzo pronti a mettere mano al portafoglio per assicurarsi un grazie e sfiorare la mano che porge loro la bottiglia nel sacchetto.

“Lo farò bere nel mio bar, ma sarà esclusivo e con tante belle donne come il mio finocchietto”, pensa Monna Anna. Ha adocchiato un piccolo palazzetto nei Barbuti e già immagina il tappeto rosso sulle scale che conducono al primo piano e ai balconcini delle stanze. La casa di Monna Anna e del suo finocchietto.  

Guardò il calendario e fissa la data. 2 giugno 1943, mercoledì, due mesi prima del compleanno e della nuova raccolta del finocchietto. “Festeggerò i miei 30 anni nella nuova casa”. Subito affollata da chi voleva assaggiare quel finocchietto miracoloso. Gli affari vanno a gonfie vele anche se la guerra è appena qualche vicolo più in là.

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“Exaggerated”, Esagerato. Esclama uno dei primi avventori stranieri, quei soldati alleati che i ragazzi delle Fornelle portano a pagamento a scoprire Salerno. Disposti a tutto per un attimo di allegria e di spensieratezza. Anna lo guarda mentre scosta il piatto di pasta per bere il suo Finocchietto. Esagerato, come la vita che lei a soli 30 anni ha già vissuto di un sol colpo. E bevuto dal bicchierino freddo di ghiaccio che accoglie le noti dolci del suo Finocchietto Esagerato. Il Finocchietto Esagerato di Monna Anna.

Bevi responsabilmente e con moderazione